TEATRO DELLE MARIONETTE DEGLI ACCETTELLA
Sabato 16 e domenica 17 novembre, 16:30 / TEATRO MONGIOVINO / dai 5 ai 9 anni / Martedì 19 novembre, 10:30 per le Scuole
- Testo e Regia: Danilo Conti
- Con: Alessandro Accettella e Silvia Grande
- Sagome: Silvia Grande
- Luci: Andrea Cardelli e Roberto de Leon
- Età consigliata: dai 5 ai 9 anni
Spettacolo con attori e ombre che desidera restituire al pubblico l’intensa e delicata atmosfera dell’incontro tra i due principali personaggi che, dopo un primo momento, desiderano condividere le loro storie.
La trama ha radici, per poi distaccarsene in una soluzione poetica liberamente ispirata, nella lettura dell’Occhio del Lupo di Daniel Pennac.
Ne nasce una storia visionaria e struggente che offre alle ombre, realizzate da Silvia Grande, la suggestione per creare immagini, ambienti e atmosfere.
Il Lupo e il Bambino provengono da mondi molto lontani, il nord e il sud del pianeta, vittime di povertà, degrado dell’ambiente e violenza.
Il loro occasionale incontro rivela le affinità delle loro esistenze costantemente in fuga da situazioni minacciose: la caccia, la migrazione, la guerra, una solitudine che solo l’amicizia può alleviare e il desiderio di essere vivi che il Bambino riesce a trasmettere al Lupo.
Nella tradizione di Accettella Teatro le drammaturgie vengono affrontate utilizzando differenti linguaggi che intendono arricchire la scena di stimoli e significati: attori (Alessandro Accettella e Silvia Grande), ombre e marionette a filo sono qui i protagonisti.
L’intreccio di ambienti musicali che si desiderano sempre molto curati, la misurata recitazione a volte registrata e in momenti dal vivo, la manipolazione degli oggetti e la cura della scena sono da sempre elementi cardine della ricerca e del percorso della compagnia.
Gallery
Download
Note di Regia:
I due protagonisti dello spettacolo provengono da mondi lontani, il nord e il sud della terra. Mondi minacciati dai cambiamenti climatici che desertificano il sud e sciolgono le calotte polari al nord. si incontrano separati dalle inferriate della gabbia di uno zoo, ma uniti dalla profondità dello sguardo. Un lupo e un bambino, rappresentanti di una parte della popolazione terrestre sempre meno tutelata e fragile, di ecosistemi non rispettati e sofferenti. L’uno strappato alle sue terre, al suo habitat selvaggio e naturale, il grande nord, e venduto allo zoo, l’altro esule che, scampato ad una guerra, che sono sempre i grandi a decidere spinti da sete di potere a dai mercati finanziari, abbandona affetti e giochi e si ritrova in un mondo straniero. Si, perché non sono loro ad essere stranieri, è il mondo che ora li ospita ad esserlo. Si incontrano e si riconoscono, si raccontano le loro storie, vincono le diffidenze, liberano sentimenti. Le sbarre della gabbia si dissolvono, i confini svaniscono, i ricordi delineano le loro nature, le amicizie passate, la purezza delle loro intenzioni, la loro storia.