Il bambino caduto dal cielo

Teatro delle Marionette degli Accettella


Sabato 26 e domenica 27 ottobre, 17:00 / TEATRO MONGIOVINO / dai 5 anni / Lunedì 28 ottobre, 10:30 per le Scuole

  • Di: Gianni Silano
  • Regia: Alessandro Accettella e Gianni Silano
  • Con: Alessandro Accettella, Viviana Mancini, Gianni Silano
  • Musiche: Gianni Silano
  • Luci e fonica: Roberto de Leon
  • Ombre e scenografie: Valentina Bazzucchi

Lo spettacolo è liberamente ispirato al romanzo di Antoine de Saint-Exupéry “Il piccolo principe”.

Un bambino caduto dal cielo… un extraterrestre?
Una creatura fantastica? Un miraggio nello sconfinato deserto del Sahara?
Con l’aereo in panne, insabbiato e col motore guasto, la scorta d’acqua sufficiente per una sola settimana, all’aviatore quella “straordinaria personcina” sembra proprio un abbaglio.
Eppure, in quella strana situazione, sentir parlare di rose, baobab, vulcani nani, volpi e pecore fa bene al cuore.
Un incontro inaspettato, piovuto dal cielo, che prende l’uomo alla sprovvista e lo induce a riflettere sull’importanza di un legame, di un affetto da coltivare, sulla tristezza delle molteplici “solitudini” che popolano il mondo.
E sono proprio queste le tematiche che questo piccolo musical realizzato con il teatro di marionette, le ombre, i disegni e le canzoni dal vivo vuole raccontare.
Una cosa accomuna i due protagonisti: l’insofferenza verso gli adulti, ai quali occorre spiegare ogni cosa, che parlano solo di cravatte, di affari e che, in un disegno, non sanno distinguere un cappello da un boa che ha appena ingoiato un elefante.
L’aviatore e il bambino si capiscono, parlano la stessa lingua, la lingua dell’essenziale, invisibile agli occhi ma non al cuore.

In occasione dell’ottantesimo anniversario della prima pubblicazione del racconto del Piccolo Principe (Edizione americana del 6 aprile 1943 Reynald & Hitchcock), la Compagnia degli Accettella ripropone una storia intramontabile che ha coinvolto e commosso milioni di lettori di ogni età e che si presta a diverse chiavi di lettura.
L’allestimento proposto tocca tutti i temi che la favola incarna: la capacità dei bambini e delle bambine di avvicinarsi alle le cose non solo con gli occhi ma con il cuore e quindi entrare in profondità, a fronte della vacuità delle relazioni tra gli adulti per i quali solo l’effimero sembra rilevante, gli incontri “formativi”, nel senso di conoscenze educatrici che operano un cambiamento, le varie tipologie di solitudini, il tema della nostalgia, l’importanza, in una relazione, di un reciproco scambio e quindi di un “addomesticamento”.
Oltre a tutto ciò, si è preso spunto anche dal libro di Michel Bussi “Codice 612. Chi ha ucciso il piccolo Principe” (Ed. e/o 2023).
Tra le varie ipotesi raccontate dall’autore sulla scomparsa di Antoine de Saint-Exupéry, è stata scelta quella a nostro avviso più poetica e nel contempo vicina al mondo dei bambini: l’aviatore, fingendo di morire in una missione di guerra, si è nascosto in un’isola deserta, lontano dal “termitaio” del mondo, creando così un vuoto (“L’essenziale è invisibile agli occhi”).
Grazie ad esso, il bambino caduto dal cielo diventerà leggenda, tutto il mondo conoscerà le sue avventure e vivrà in eterno nei cuori di tutti.
Lo vedremo in scena, Antoine Pic- La Lune, seduto sotto una palma, a raccontare la storia del bambino ad un granchio e a tutti gli spettatori seduti in sala.